ANCHE LA GENTILEZZA HA UN PREZZO: COME EVITARE I 3 COSTI PIU' ONEROSI

foto di Giovanna D. @_photography_g88


E' vero che la gentilezza non costa nulla?
Allora perchè finora non ha avuto grande rilievo in azienda?


Chi è sempre gentile a volte corre il rischio di affrontare almeno 3 costi che vanno oltre il valore monetario. 

Di cosa parliamo in questo articolo?

Introduzione

“La gentilezza non costa nulla” è una frase che sentiamo dire spesso per invitare le persone ad essere gentili, ma che non rispecchia sempre alla realtà.

Anche se quando si è gentili non c’è uno scambio monetario, ciò non toglie che alcunǝ affrontino costi di altro tipo.

Altrimenti come mai per anni la gentilezza non ha avuto spazio sufficiente in azienda e perché per molte persone è così difficile metterla in pratica?

Se poi penso alla mia esperienza lavorativa mi chiedo:  come mai la mia gentilezza non mi ha impedito di soffrire, visto che non dovrebbe avere un prezzo da pagare?

La gentilezza può costare?

Chi è abituatə a esercitare gentilezza spesso non si rende conto dei costi che comporta e questo non sempre è positivo.

Di recente un’amica mi ha raccontato di aver comprato dei fiori per la mamma dell’ex marito senza aspettare che lui chiedesse il favore, semplicemente perché sapeva che lui non ce l’avrebbe fatta a causa del lavoro. Sono rimasta colpita quando ha commentato il gesto dicendo “Lo so, sono ridicola” così non ho potuto fare a meno di chiederle cosa la facesse sentire ridicola; dopo averci pensato un secondo, ha ammesso: “No, non sono ridicola, ma tanti mi direbbero: chi te lo fa fare?”.

Il giudizio dellǝ altrǝ è una bussola per il comportamento di ognuno, ma lo è ancor di più per noi persone gentili che ci impegniamo parecchio nel portare rispetto e nel cercare consenso, ma il problema nasce quando l’eccessivo riguardo e il timore del giudizio ci portano a diventare invisibili agli occhi dellǝ altrǝ: se sapete di cosa sto parlando, vuol dire che è arrivato il momento di tutelarvi dall’estrema gentilezza che dedicate allǝ altrǝ.

Magari vi succede di non riuscire ad avere del tempo per voi stessǝ, di sentirvi stanchǝ e di arrabbiarvi perché tuttǝ continuano a “pretendere da voi”,  vivete quei momenti in cui vorreste che lǝ altrǝ si accorgessero che stanno esigendo troppo e che all’improvviso smettessero di rivolgersi a voi; poi però appena vi accorgete che qualcunǝ è in difficoltà correte ad offrire una mano e probabilmente vi offendete perché non si sono rivoltə a voi a chiedere aiuto.

Mettetevi ancora una volta nei panni dellǝ altri (come sapete fare bene) e immaginate le loro reazioni davanti a questi comportamenti che sembrano contradditori: come possono capire quando è il momento di chiedervi aiuto e quando è meglio starvi alla larga? 

Se volete davvero autarlǝ dovete imparare a dirlo.

Lo so, a volte per noi gentili non è così semplice, ecco perché penso sia utile chiarire alcuni punti.

Il costo della gentilezza: il silenzio

Essere gentili non vuol dire rimanere sempre in silenzio; il silenzio è per sua natura una comunicazione ambigua che può portare a fraintendimenti che poi diventano complicati da chiarire.

Se non esprimete il vostro disagio o le vostre difficoltà non stupitevi se lǝ altrǝ vi considerano sempre disponibili e pensate a quanto vi viene a costare questo silenzio in termini di benessere!

Il costo della gentilezza: l’obiettivo impossibile

Foto di Giovanna D. @_photography_g88
foto di Giovanna D. @_photography_g88

Potete superare il silenzio, ma a una condizione: dovete mettere in conto che quando manifestate le vostre esigenze è possibile che qualcunǝ si meravigli, disapprovi o non capisca quello che dite.

Quindi dovete scegliere se continuare a rincorrere l’obiettivo impossibile di piacere a tuttǝ o se mostrare la vostra personalità e accettare qualche inevitabile rifiuto.

Il costo della gentilezza: non cambiare

Il timore della disapprovazione è sicuramente uno dei principali motivi che impediscono a noi gentili di muoverci, ma sappiate che finché non vi decidete a modificare il vostro atteggiamento, difficilmente lǝ altrǝ cambieranno il loro.

Solo osando potrete rischiare di ottenere anche piacevoli sorprese.

La comunicazione consapevole: munirsi di paracadute

Vista la nostra natura, non vi sto suggerendo di dire la prima cosa che vi viene in mente o di rispondere con tono offeso a chi vi parla, ma vi invito a munirvi di paracadute usando la gentilezza in modo consapevole: riuscire a esprimere un rifiuto, un’opinione o un disaccordo è fondamentale per essere rispettatǝ e stare bene, perchè solo quando ci sentiamo a posto con noi stessǝ possiamo essere di aiuto allǝ altrǝ in modo efficace, come piace fare a noi.

Conclusioni

Penso che sia importante che chi è gentile si renda conto del valore dei propri gesti anche in termini di costi per sè, affinché non si senta in colpa o in difetto nel momento in cui non ce la fa più a essere disponibile.

Riconoscere il costo della propria gentilezza vuol dire esprimere il proprio pensiero senza il timore di mancare di rispetto a qualcunǝ, vuol dire ammettere apertamente di aver bisogno di una pausa quanto non ci si sente in forma o non si ha voglia di parlare e concedersi in alcuni momenti di incanalare verso di sé le energie che di solito si impegnano per lǝ altrǝ.

In sintesi, una persona gentile capace di comunicare in modo consapevole è una persona che riesce a dare gentilezza senza subire perdite per il proprio benessere.

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