CAMBIARE È DIFFICILE: ECCO PERCHÉ

Cosa succede quando decidiamo di modificare un comportamento o un atteggiamento?
Perchè è così difficile cambiare?
E se non riusciamo a farlo da soli?
Troverete le risposte in questa analisi del film A Wish For Christmas (2016)
Di cosa parliamo in questo articolo?
Per cambiare qualcosa di sé non basta dirlo
Cosa ci impedisce di modificare un comportamento/atteggiamento nel breve periodo?
Mi sono ispirata al Modello Transteorico del Cambiamento di Prochaska e Di Clemente che vede il cambiamento come il risultato di un processo graduale suddiviso in fasi (si tratta di una semplificazione di un percorso che nella realtà non ha confini ben delimitati e non è lineare).
Inizialmente anche se non siamo più soddisfatti, non percepiamo il nostro comportamento come un problema
Gli altri ci fanno notare che qualcosa non sta funzionando, cominciamo a mettere in discussione il nostro modo di agire, ma non abbiamo ancora le idee chiare su cosa fare
L’idea di modificare qualcosa diventa intenzione, ma non siamo ancora pront3 a toccare quell’equilibrio che ci ha fatto star bene fino a questo momento
La motivazione arriva al punto di farci passare all’azione (a volte un evento esterno aiuta ad accelerare questo passaggio) e gli esiti del cambiamento si alternano fra successi e sconfitte
Nel tempo consolidiamo la nuova azione, ma può succedere di tornare alle vecchie abitudini; in questo caso la differenza rispetto a prima è che adesso siamo consapevoli che esiste una prospettiva diversa a cui aspirare e possiamo fare nuovi tentativi
Nella commedia “A Wish For Christams” del 2016 (sì è un po’ fuori stagione) si notano chiaramente questi passaggi che consentono alla protagonista Sara Thomas di trasformarsi da “zerbino” dell’azienda a collaboratrice del CEO ed è interessante osservare quali risultati porta questo cambiamento nella vita lavorativa e personale della protagonista (spoiler: il clima natalizio consente solo il lieto fine).
Dall’idea all’intenzione di cambiare: la goccia che fa traboccare il vaso
Sara Thomas lavora in una società di marketing di Chicago. È una giovane web designer creativa e ambiziosa che ha difficoltà ad esporsi ed esprimere le proprie opinioni: da quando ha iniziato a lavorare nell’azienda, due anni prima, non ha detto più di cinque parole al fondatore/CEO Peter Williams; consente al capo Dirk Tyson di rubare le sue idee; accontenta la collega nonché migliore amica Molly ogni volta che le chiede di fare anche il suo lavoro; tutte le mattine compra il caffè per l3 collegh3 che considerano questo gesto scontato.
Per la web designer è naturale avere questo tipo di atteggiamento anche se non si sente soddisfatta perché si rende conto che l3 altr3 si approfittano di lei e che sta mettendo all’ultimo posto le proprie aspirazioni.
Durante la festa aziendale di Natale ancora una volta il capo coglie l’occasione per spacciare per suo un progetto innovativo di Sara al fine di ottenere la promozione e collaborare con il CEO. Questa volta la giovane non riesce a far finta di niente e si arrabbia ma anziché parlare esce dalla stanza sconvolta: non se la sente di affrontare la situazione davanti al pubblico e soprattutto davanti Peter.
La giovane è sempre più insoddisfatta ma non è ancora pronta per fare il grande salto.
Dall’intenzione all’azione: a volte ci vuole un aiuto
Mentre Sara è in corridoio a smaltire la rabbia, Babbo Natale compare improvvisamente davanti ai suoi occhi e le offre la possibilità di esaudire un desiderio che scadrà dopo 48 ore; finalmente per la web designer è arrivato il momento di ottenere il coraggio di cambiare e la forza di esprimere le proprie opinioni!
Babbo Natale la accontenta anche se alcune sue parole fanno capire quanto sia difficile realizzare questo cambiamento: “Non vuoi qualcosa di più semplice? Ad esempio un milione di dollari?”
Grazie all’intervento di Babbo Natale la ragazza si decide a sperimentare un nuovo modo di interagire con l3 altr3, forse da sola non sarebbe mai riuscita.
Cominciare ad agire: assumere un atteggiamento diverso

Sara adesso si sente diversa: “E’ come se nessuno potesse fermarmi, non ho paura, dico quello che penso e basta.” Così decide di tornare alla festa e, prima di smascherare l’impostore, si scusa con l3 present3 per aver creato scompiglio quando è scappata.
Questa richiesta di scuse non è un atto remissivo ma è una forma di comunicazione che permette di ridurre la tensione e predisporre all’ascolto l3 collegh3; se la protagonista fosse rientrata accusando subito il capo sarebbe stata considerata ancora una guastafeste e avrebbe avuto più difficoltà a far sentire la propria versione dei fatti.
Sara sta imparando che è possibile esprimere la propria opinione senza necessariamente entrare in conflitto con chi la pensa in modo differente.
Gli effetti del cambiamento: come reagiscono gli altri
Il cambiamento che Sara sta realizzando non stravolge la sua personalità, ma ne valorizza alcuni aspetti che non erano ancora emersi; questo fa sì che la ragazza risulti credibile e venga guardata con occhi diversi da chi la conosce.
Ecco alcuni esempi:
- Essere vista
Peter Williams, fondatore/CEO dell’azienda, mette da parte l’impostore Dirk e promuove la web designer come sua collaboratrice; insieme dovranno immediatamente prendere un volo per Seattle per incontrare Willson Taylor un cliente notoriamente difficile ma fondamentale per la sopravvivenza dell’azienda.
- Definire i confini
La giovane è felice della proposta, ma non accetta subito perché vuole evitare di far parte de3 dipendent3 che per il secondo anno consecutivo si ritrovano a lavorare anche il giorno di Natale, così trova il coraggio di porre una condizione: ritornare a Chicago in tempo per trascorrere il Natale in famiglia. Peter acconsente.
- Dare consigli
Durante il viaggio Sara scopre che l’uomo ha perso lo spirito natalizio a causa delle incomprensioni sorte con il padre che avrebbe voluto per lui un futuro diverso da quello che si è scelto.
La web designer non riesce a trattenersi dal suggerire a Peter che dovrebbe parlare con il padre e come risposta riceve un laconico “Se vuole parlarmi sono qui”.
Anche se in buona fede la ragazza ha offerto un consiglio non richiesto, un atteggiamento che porta facilmente una persona a chiudersi in se stessa
- Fare il primo passo
Alla fine Peter si lascia convincere e ritornerà a casa per parlare con il padre.
Grazie a Sara il giovane ha fatto un cambio di prospettiva: “fare il primo passo” non è un segno di debolezza, ma è la consapevolezza del valore e delle implicazioni che hanno le proprie azioni sul3 altr3.
Dopo l’avvicinamento, il padre farà la sorpresa di andarlo a trovare per la prima volta a Chicago il giorno di Natale.
- Evitare l’escalation
Dopo altre peripezie i due colleghi arrivano a Seattle in ritardo all’appuntamento con il famigerato Willson Taylor che li accoglie sgarbatamente e non ha più intenzione di parlare di affari. Il CEO vuole evitare il conflitto e preferisce allontanarsi in silenzio, invece la web designer coglie il cliente di sorpresa con queste parole: “Apprezziamo il valore del suo tempo, ma noi arriviamo da lontano…”
Questa frase ha il potere di ridurre la tensione e di rendere l’uomo d’affari più incline all’ascolto perché gli viene riconosciuto il prestigio a cui tiene molto, in questo modo la minaccia di un litigio si trasforma in occasione di dialogo.
- Dare per scontato
Mentre tornano a Chicago, Sara ricorda al giovane che alcun3 collaborator3 lavoreranno con lui il giorno di Natale per il timore di essere licenziat3. Quando il giovane risponde che non ha mai avuto intenzione di licenziarli, la web designer gli chiede: “Loro lo sanno?”.
Questa domanda che sembra banale in realtà dà l’opportunità di aprire la mente e di superare quegli equivoci che si basano sul “non detto” e sul “dare per scontato”.
In questo caso come si sarebbero comportat3 e come si sarebbero sentit3 l3 dipendenti3 se avessero saputo che il loro posto non era mai stato messo in discussione dalla decisione che avrebbero preso?
Consolidare il nuovo comportamento
Cosa succede a Sara allo scadere delle 48 ore?
La ragazza teme che tutto torni come prima, invece si rende conto che il nuovo modo di rapportarsi agli altri non svanisce.
Ora che ha acquisito il coraggio di dire ciò che pensa dovrà imparare a valutare le conseguenze delle sue opinioni e dovrà prendere in considerazione la possibilità di accogliere eventuali disaccordi.
Riflessioni finali
Questa commedia nella sua semplicità e prevedibilità dimostra che ogni aspetto della quotidianità può essere argomento di colloquio in un percorso di counseling.
Quando non vi sentite più soddisfatt3 di come state affrontando la vita e sentite il bisogno di cambiare qualcosa è probabile che abbiate bisogno di qualcuno che vi accompagni in questo percorso di crescita, fortunatamente potete rivolgervi a una professionista senza aspettare l’arrivo di Babbo Natale.
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