L'INCERTEZZA: ECCO 3 IDENTIKIT E 3 MODI DI VIVERLA

Sapete che l'incertezza non è sempre la stessa e che ci sono diversi modi per affrontarla?
In questo articolo troverete 3 identikit e 3 modi diversi di considerare l'incertezza.
Avrei voluto terminare l’anno scrivendo alcune riflessioni sulla comunicazione prendendo spunto da una commedia natalizia, ma più si avvicinava il giorno della pubblicazione più sentivo che la mente si bloccava come se si rifiutasse di pensare. Ho deciso di ascoltarla e ho capito che è arrivato il momento di fermarmi, “non fare niente” e aspettare quello che accadrà.
E questo mi ha portato a ripensare all’incertezza (di cui ho già parlato su Instagram) e a quello che può comportare il diverso modo di affrontarla.
Di cosa parliamo in questo articolo?
Subire l’incertezza: naufragare su una zattera
Spesso arrivano situazioni di incertezza che non dipendono né dalle nostre azioni né dalla nostra volontà, ma sono il risultato di eventi esterni su cui non possiamo avere il controllo.
L’esempio più eclatante lo stiamo vivendo a livello mondiale da quando è scoppiata la pandemia nel 2019 e l’incertezza si sta prolungando a causa della diffusione di un virus inizialmente sconosciuto e attualmente imprevedibile nelle sue continue evoluzioni in varianti diverse.
Pensiamo invece alla nostra vita personale; come ricordiamo il momento in cui abbiamo subito un trasferimento imprevisto in azienda, piuttosto che una separazione non voluta, un lutto o una malattia?
Queste situazioni si contraddistinguono per un’incertezza che arriva in modo inaspettato, non dipende da una nostra scelta e ci ritroviamo a subirla.
Sono trascorsi tanti anni ed è passata tanta acqua sotto i ponti, ma ho ancora in mente vivida la sensazione di insicurezza e di invisibilità che mi procurava la mancanza di organizzazione in ufficio. Il clima era altamente conflittuale e io stessa a volte ero l’artefice dei contrasti perché nessun responsabile si prendeva la briga di prendere in mano la situazione. Mi sentivo abbandonata a me stessa come una naufraga che galleggiava su una zattera senza meta e senza guida; ero disorientata e mi sentivo un fantasma, una persona non vista nelle sue difficoltà ed esigenze.
Non avevo scelto di ondeggiare su quella zattera e non potevo trovare un rimedio; l’unica reazione possibile per me è stata stare male. Il mio naufragio è finito dopo una riorganizzazione aziendale e con l’aiuto dello psicoterapeuta, la figura più adatta con cui affrontare quel particolare disagio.
Navigare l’incertezza: timonare una barca a vela
L’incertezza ci preoccupa perché riguarda qualcosa che non conosciamo bene, di cui non possiamo prevedere gli sviluppi né avere il controllo; dal punto di vista evolutivo l’incertezza ci impedisce di stare al sicuro, quindi minaccia la nostra sopravvivenza.
Eppure ci sono momenti della vita in cui siamo noi che scegliamo di andare incontro all’incertezza: quando apriamo un’attività oppure decidiamo di cambiare lavoro, di sposarci o convivere.
Non possiamo prevedere in anticipo quello che succederà, ma ci facciamo carico dei rischi e ci assumiamo le responsabilità per seguire la rotta che riteniamo più giusta per noi.
Quando stavo naufragando non ho mai smesso di studiare perché sapevo che per cambiare veramente avrei dovuto acquisire altre competenze; più tardi ho capito che avrei messo a frutto le nuove competenze per aiutare gli altri attraverso il counseling.
E da quando ho chiara la meta, anche se non so ancora qual è la direzione migliore da prendere, la naufraga ha lasciato il posto a una skipper al timone di una barca che solca le onde e accoglie a bordo chi vuole imparare a navigare il mare dell’incertezza.

Stare nell’incertezza: mettere i remi in barca
Se facciamo un investimento finanziario, dopo aver acquistato i titoli cos’altro possiamo fare se non attendere quello che succederà sul mercato azionario?
Un contadino dopo aver arato e seminato deve solo lasciare alla terra il tempo di dare frutti.
In questi casi più che subire o affrontare, l’unica soluzione possibile è “stare” nell’incertezza sapendo che si è fatto tutto il possibile e ora non resta che dare agli eventi il tempo di succedere, preparandosi ad accogliere quello che arriva.
Dopo aver trascorso mesi a pianificare, creare e studiare adesso per me è arrivato il momento di mettere i remi in barca, farmi cullare dalle onde, vedere dove mi porta la corrente e scoprire cosa incontrerò sulla rotta.
Anche rimanere nell’incertezza in questo modo presuppone una consapevolezza che impedisce a chi la sta vivendo di sentirsi persə e di rassegnarsi.
Riflessioni finali
Abbiamo visto che l’incertezza non è sempre uguale, ma varia come varia il nostro modo di viverla.
A volte è possibile scegliere come affrontarla mentre a volte si è costrettə a subirla.
Sapere in quale forma di incertezza ci si trova serve per sapere cosa si può fare per vivere meglio la situazione e, se è il caso, anche di scegliere temporaneamente di “non agire”.
Avete mai provato a capire in quale incertezza vi state trovando e quali difficoltà vi porta?